Carissimi lettori,
che bello aver riscoperto una vita
tutta all'aperto!
Ormai la stagione calda, la nostra
prima “estate coronavirus”, si è completamente
dischiusa, anche se in ritardo rispetto al solstizio del 21 giugno.
Con la riapertura, e un quasi
ritorno alla normalità, strade e piazze sono state invase
dai dehors di bar e ristoranti che, oltre ad aiutare i volenterosi esercenti,
aiutano ognuno di noi a farci sentire ovunque in vacanza.
Persino in un piccolo paesino della
Val Trebbia, che frequento da anni, la piazza della chiesa verrà sgombrata dalle auto per dare posto a
tavolini ed ombrelloni ben distanziati.
Inoltre, in questi giorni, ho
potuto notare un ritorno alla villeggiatura vecchio stile, con
affitti di case a lungo termine, una “pratica” che non si vedeva così florida
da tempo, perché, in un certo senso, “assorbita” dalla tendenza a fare vacanze
più frammentate, magari in hotel o strutture ricettive d’ospitalità temporanee.
Invece quest’anno, quasi ad
esorcizzare un nemico invisibile che ancora fa paura, la stabilità di una casa secondaria per la famiglia, lontana a
sufficienza dalle difficoltà delle metropoli, sembra la scelta più gettonata.
Non solo, in questa singolare estate coronavirus, ho visto addirittura riaprire Residence
chiusi da tempo a favore di un ritorno insperato di utenza stanziale che
conferma in pieno la tendenza di un turismo di prossimità. Si tratta
di un turismo sicuramente più attento agli antichi mestieri, che apprezza le
visite ai mulini, le coltivazioni speciali e la gastronomia di ogni regione.
Recentemente a Chiavari, che già di
per sé vanta una passeggiata sul mare con aiuole e piante lunga diversi
chilometri, l'inaugurazione di altri 500 nuovi metri di passeggiata è stata
organizzata per mezzo di un grande evento civico con tanto di pubblico e con la
presenza delle maggiori autorità regionali.
Tutti, in questo periodo, stiamo timidamente programmando le vacanze, rigorosamente in Italia, possibilmente lontano da luoghi troppo affollati, in favore di un turismo molto più “eremitico”, come, per esempio, nei rifugi di alta montagna, dove le misure di sicurezza e l’ormai famoso “distanziamento sociale”, ci sembrano più facilmente applicabili.
Restano un po' più svantaggiate le spiagge libere che, in quanto tali, destano forse un po’ più di preoccupazioni per via del rischio assembramento.
In ogni caso, in qualunque contesto
vacanziero decideremo di andare, è un dato di fatto che gli operatori turistici
ci stanno aspettando a braccia aperte, con sconti interessanti anche in piena
estate e tanta buona volontà. Non solo, grazie al bonus vacanze previsto
dal governo, anche tante famiglie che
magari, vista la crisi, erano certe di non potere andare in ferie, potranno finalmente
regalarsi qualche giorno di relax.
Insomma, probabilmente, questo è il momento in cui ci sentiamo di poter abbassare un po’ la guardia, ovviamente nei limiti consentiti e, riuscendo a pensare, almeno in questi prossimi mesi, di vivere il presente con una certa rilassatezza.
Il vero problema invece si porrà
certamente dopo quest’ “estate coronavirus”, quando ci
vorrà, invece, tanta forza per superare il critico autunno che aspetta il
nostro Paese, soprattutto nelle fasce più deboli.
Concludo con inoltrarvi un augurio
di buona continuazione ed un caro saluto...
Alla prossima!
Clelia
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